Fabio Roncato (Rimini, 1982) vive e lavora a Milano.

Dopo aver conseguito il diploma in pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano ha perfezionato il suo percorso di formazione frequentando diverse residenze in Italia e all’estero tra cui: l’Atelier Bevilacqua La Masa (Venezia), VIR-Via Farini in Residence (Milano), Fondazione Spinola Banna per l’Arte (Banna, Torino), Jan van Eyck Academie (Maastricht) e Premio Shangai alla East China Normal University (Shanghai).

Nelle opere che fanno parte della sua recente ricerca Roncato sviluppa una riflessione relativa ai confini della rappresentazione visiva indagando forme, elementi, energie della natura e della contemporaneità; l’idea è quella di condurre la pratica artistica all’interno delle criticità legate al rapporto fra comprensione della realtà e limiti imposti dalla percezione dei sensi. L’opera si modella spontaneamente in maniera ogni volta imprevedibile. L’immaginazione ha un ruolo determinante in questa prassi e in questi metodi di scoperta.

Le sue opere sono state esposte in mostre personali e collettive in gallerie private, spazi indipendenti e istituzioni museali in Italia e all’estero fra cui si ricordano: Fulgura et Fossilia, mostra personale a cura di Ilaria Bignotti, Museo Civico di Scienze Naturali di Brescia, Brescia (2022), Pietre / Stones, a cura di Giulia Bortoluzzi, The Open Box, Milano (2022), Italian Twist, a cura di Elisa Carollo e Mattia Solari, Fondazione Imago Mundi, Gallerie delle Prigioni, Treviso (2021), Come pesci nell’acqua, a cura di Giorgio Verzotti, Villa Nigra, Miasino (2021), Come trattenere l’energia che ci attraversa. Paesaggi, a cura di Stefano Coletto, Fondazione Bevilacqua La Masa, Palazzetto Tito, Venezia (2021), The Field of Unknown (mostra bipersonale con Julie van der Vaart), Ingrid Deuss Gallery, Anversa (2020), Ti Bergamo, a cura di Lorenzo Giusti e Valentina Gervasoni, GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo, Bergamo (2020), A Collection for Beyond the Plastic, a cura di Chiara Casarin e Giovanni Bonotto, MUSE – Museo delle Scienze di Trento, Palazzo delle Albere, Trento (2020), Il motore delle stelle, mostra personale a cura di Giorgio Verzotti, The Open Box, Milano (2019), Ultramar, mostra personale a cura di Davide Dal Sasso, MARS – Milan Artist Run Space, Milano (2019), Il pianeta dove evaporano le rocce, mostra personale a cura di Chiara Casarin ed Eleonora Castagna, Torre delle Grazie, Musei Civici di Bassano del Grappa, Bassano del Grappa (2018). Nel 2022 alcuni suoi lavori sono stati selezionati per i progetti E.ART.H. Eataly Art House di Verona e Procida Capitale Italiana della Cultura.

Marco Sgarbossa vive e lavora tra Venezia e Torino. Possiede una laurea al corso di Arti Visive presso l’Università IUAV di Venezia. Ha esposto il suo lavoro in mostre personali e collettive in istituzioni e gallerie, tra cui: Osservatorio Futura, Torino (IT);  Premio Fondazione Francesco Fabbri, Pieve di Soligo (IT); Premio Combat, Livorno (IT); Spazio Punch, Venezia (IT); Double Room Gallery, Trieste (IT); TBC Organization, Los Angeles (US); Exact Science Gallery, Los Angeles (US).

La sua ricerca si muove principalmente tra installazione, scultura e disegno. Nel suo lavoro impiega materiali talvolta non immediatamente percettibili agli occhi, o che hanno subito processi di alterazione e trasformazione prima di raggiungere il momento dell’esposizione. La dimensione che Sgarbossa è interessato a investigare corrisponde a una realtà complessa, che include fraintendimenti e malintesi. Essa è colma di punti di svolta inaspettati che interrompono e invertono clamorosamente il senso di una narrazione ideale, lineare e condivisa.

Maria Vittoria Cavazzana vive e lavora tra Verona e Venezia. Ha maturato una laurea triennale in arti multimediali presso l’Università IUAV, a Venezia, nel 2017. Ha ulteriormente approfondito i suoi studi durante una magistrale in Fine Arts presso il Chelsea College of Arts, a Londra, nel 2021. Ha partecipato alle seguenti mostre personali e collettive: Collettiva Giovani Artisti, Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia (IT) ; London Grads Now, Saatchi Gallery, Londra (UK); 24/7, The Shop Front gallery, Londra (UK); Futuro Arcaico Festival, Museo Nuova Era, Bari (IT); The Only way out is through, Spazio Aarduork, Venezia (IT); Rally, collettiva, Chelsea College of Arts, Londra (UK); Revenge of The real, Rupture Xibit Gallery, Londra (UK); See you on a dark night, Plataforma², Barcellona (ES).

La sua ricerca si muove tra disegno, scultura, fotografia e installazione. La sua pratica esplora tematiche legate alla ricerca identitaria dell’individuo e della collettività attraverso visioni, traumi e memorie personali e condivise. Il suo lavoro presenta richiami formali e teorici legati all’occultismo, alla ritualità pagana e religiosa, all’universo fantascientifico, esplorando lo spazio tra realtà e immaginazione.

Alessandro Manfrin vive e lavora a Milano. Nel 2021, conclude il percorso di studi in arti visive presso l’Università Iuav di Venezia. Il suo lavoro è stato esposto presso Gian Marco Casini Gallery, Livorno (IT); DEGREE SHOW II, Palazzo Monti, Brescia (IT); JaguArt x Artissima, Venezia (IT); Aqua, a cura di Eva Comuzzi, Lignano Sabbiadoro (IT).

Deborah Martino vive e lavora attualmente a Torino. Dal 2020, ha lavorato come assistente per l’artista Paolo Cirio. Nel 2021, si è laureata nel triennio di Arti multimediali presso l’Università Iuav di Venezia. Il suo lavoro è stato esposto nelle seguenti mostre: UNCOATED-CONTENT , Mucho-Mas! Artist run space, Torino (IT); LAB1 ArtVerona, Verona (IT); Esterno Notte, CAMERA – centro italiano per la fotografia, Torino (IT); DISFA, LINK, Bologna (IT). La sua ricerca si focalizza principalmente sui corpi, organici e non, analizzandoli attraverso processi sperimentali e di metamorfosi. Incrociando vari media, dal disegno alla scultura fino alla scrittura di diari, la sua pratica ha come obiettivo la decostruzione del corpo fisico per ricercare nuove forme e identità in esso contenute, affini al concetto di corpo cosmologico. A partire dall’analisi delle relazioni e fusioni che avvengono fra corpi, Martino suggerisce quindi una nuova idea di famiglia collettiva, identificandola in un corpo unito che si muove insieme a tutta l’energia del Cosmo.

Luca Trevisani (Verona, 1979) è un artista la cui pratica multidisciplinare è stata esposta a livello internazionale in musei e istituzioni, come Biennale of Sydney, Manifesta 7, Biennale di Architettura di Venezia, Museum of Contemporary Art Tokyo, Kunsthalle Wien, Kunstverein Braunschweig, ZKM Karlsruhe, Magasin, Grenoble, MAXXI Roma. Trevisani ha vinto premi e riconoscimenti prestigiosi tra cui il Premio Furla per l’arte, il Premio New York, Italian Council e Cantica21. Trevisani ha pubblicato testi per riviste d’arte e quotidiani, nazionali e internazionali, e ha pubblicato diversi libri tra cui: The effort took ist tools (Argobooks 2008), Luca Trevisani (Silvana Editoriale 2009), The art of Folding for young and old (Cura Books 2012), Water Ikebana (Humboldt Books, 2014), Grand Hotel et des Palmes (Nero, 2015), Via Roma 398. Palermo, (Humboldt Books, 2018). Luca Trevisani è artista docente presso lo IUAV di Venezia, e la Libera Università di Bolzano. La ricerca di Trevisani spazia fra la scultura e il video, e attraversa discipline di confine come le arti performative e quelle grafiche, l’architettura e il design, il cinema di ricerca o l’architettura, in una perpetua condizione magnetica e mutante. Nelle sue opere le caratteristiche storiche della scultura sono interrogate se non addirittura sovvertite, in un’incessante indagine sulla materia e sulle narrazioni.

Alberonero è designer, pittore, scultore e talvolta contadino. Nasce a Lodi nel 1991. Dal 2012 studia la percezione del colore e ricerca un codice che possa ridurre al minimo il linguaggio visivo. L’interesse dell’artista muove in seguito verso la costruzione di dispositivi composti di materiali poveri legati al mondo dell’edilizia e dell’agricoltura come cemento, ferro, legno, tessuti e reti agricole chiamati a raccontare un mondo super-naturale. La pratica della costruzione trova forma nella natura, in installazioni nate dall’ascolto sensibile del sito di azione, dalla volontà di “essere luogo” e di partecipare allo spazio in senso poetico. Alberonero ha realizzato progetti espositivi e workshop in Italia e in diversi Paesi del mondo.

Silvia Francis Berry, nata e cresciuta a Lodi, è una giovane artista di origini italo-inglesi che ha seguito studi d’arte da sempre e ha conseguito la laurea alla NABA nel 2021.
La sua opera è caratterizzata da uno spiccato approccio artigianale che si declina in più forme e materiali, tutte contraddistinte da uno spirito giocoso, ironico, volutamente ingenuo.

Giulio Locatelli è nato nel 1993 a Bergamo, dove attualmente vive e lavora. Nel 2015 consegue il diploma di primo livello in Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Brera e nel 2017 ottiene il diploma di secondo livello in Pittura presso la medesima Accademia. Nel 2018 Giulio Locatelli tiene la sua prima personale presso la Galleria Ghiggini Arte. La ricerca di Giulio Locatelli è orientata al mondo del tessile, con particolare attenzione al filo, inteso come strumento sia d’analisi sia di realizzazione. Inizialmente manipolato attraverso il rituale della cucitura, il filo trova spazio in una nuova dimensione scultorea, evocando forme calcaree attraverso la sovrapposizione di registri di ordito.

Marcello Maloberti (Codogno, Lodi, 1966) è un artista visivo di base a Milano. È docente di cattedra di Arti Visive alla NABA – Nuova Accademia di Belle Arti, Milano. La sua ricerca trae ispirazione da aspetti propri delle realtà urbane più marginali e minime con particolare attenzione all’informità e alla precarietà del vissuto. La sua osservazione va oltre l’immediatezza della dimensione quotidiana, con uno sguardo neorealista straniante e onirico, combinato a un approccio archeologico alla storia dell’arte. Le performance e le grandi installazioni sonore e luminose, dal forte impatto teatrale, vengono realizzate sia in spazi privati che pubblici prediligendo sempre l’interazione con il pubblico. Questi interventi funzionano come narrazioni contratte, sono atmosfere da vivere ed esperire, temperature emotive da attraversare. Il corpo performante è quello della collettività, capace di produrre un dialogo tra la performance stessa e il suo pubblico.

Vittoria Mazzonis è nata a Torino nel 1997. Laureata in Pittura e Arti Visive presso la NABA, Milano, attualmente studia allo Iuav di Venezia. La sua opera è fortemente influenzata dal pensiero filosofico e dalla letteratura. La sua ricerca prende avvio dal concetto di identità, intesa come origine, luogo di appartenenza. Si esprime attraverso l’uso della fotografia, l’installazione scultorea e l’utilizzo di elementi naturali, sempre presenti nei suoi lavori, insieme a molteplici riferimenti autobiografici.

Vittoria Viale è nata nel 1998 a Sanremo (IM). Nel 2020 si laurea in arti visive alla NABA, Milano. La sua pratica artistica è inizialmente orientata verso la figurazione, ma negli anni si è evoluta in una rinnovata attenzione per lo spazio nelle sue implicazioni espressive e comunicative. Strumenti privilegiati della sua pratica sono diventati quindi il disegno, legato sempre a una componente fisica e performativa, l’installazione e la registrazione fotografica.